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mercoledì 1 ottobre 2014

Il buco di bilancio del DSU non lo paghiamo noi!

L'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio ha accumulato un buco di bilancio 481 mila euro. Dal 2012 la tassa regionale per il diritto allo studio è stata aumentata da 98 a 140 euro sulla base di una normativa nazionale. Ciò che è accaduto in Toscana è che il maggior gettito fiscale era servito per compensare il definanziamento ministeriale, mantenendo ancora un livello minimo di erogazione dei servizi. Quest'anno la Regione non ha assicurato la redistribuzione di questo gettito lasciando scoperte le voci in bilancio da questo garantite. Mancano per l'appunto 481mila euro.


Corso renziano

La giunta Rossi in febbraio, per tenersi in piedi, ha dovuto pagare dazio alla scalata di Renzi a Montecitorio con un rimpasto. L'assessorato all'Università e Istruzione di Stella Targetti è saltato lasciando il posto a Emmanuele Bobbio. Non sorprende che un ricercatore del centro studi di Bankitalia e uomo del Sant'Anna come Bobbio voglia far cassa a spese nostre. Obbiettivo: drenare ricchezza dal basso tramite la fiscalità, il taglio dei servizi e la svendita del patrimonio pubblico.



Politiche del “risanamento”

Si tratta d'altra parte di una linea in sintonia con le politiche di “risanamento” perseguite dai cosiddetti “enti locali” in crisi, dalla governance sui territori. A Torino per rattoppare i buchi in bilancio del comune l'amministrazione mette sul mercato 8 palazzi storici che oggi ospitano altrettanti assessorati. Anche a Pisa, nonostante fino a poco tempo fa il comune vantasse conti perfettamente in regola, si scopre a palazzo Gambacorti un buco di bilancio di 480 mila euro, prodotto in grossa parte dalle municipalizzate: Pisamo (trasformata in un'impresa immobiliare per la costruzione della Sesta Porta), CTT Nord (spremuta e ora al collasso) e Acque Spa. La cura? Aumento delle tasse - Pisa è la seconda città più tassata della Toscana dopo Montecatini - e svendita del patrimonio pubblico – giusto ieri è giunta la notizia che il palazzo ex Telecom in piazza Facchini, sede dell'odiata SEPI, è stato messo in vendita dal comune.



A chi farla pagare?

Stesso spartito per il DSU in crisi. A due anni di distanza dall'aumento della tassa regionale per tutti gli studenti arriva la truffa: altro che più servizi! Per coprire il buco di bilancio il DSU intende entro dicembre risparmiare 150 mila euro. Come? Tagli su servizio mensa, borse di studio e residenze. Solo sulla mensa verranno tagliati circa 90mila euro. Risparmiando sul costo dei generi alimentari scadrà la qualità del servizio e con tutta probabilità anche la forza lavoro delle mense universitarie, tra lavoratori strutturati e quelli delle cooperative, verrà investita da una nuova ristrutturazione. E sulle borse di studio e le residenze? Quali saranno gli scenari considerato che oggi sono oltre 1500 sono gli esclusi dagli alloggi e che la copertura delle tutele welfaristiche del DSU è già di gran lunga insufficiente?
Se l'intenzione è quella di far pagare il risanamento del bilancio agli studenti che già subiscono i costi della crisi in termini di esclusione dalle tutele sociali e di aumento dei costi di vita con lo sfruttamento sul mercato degli affitti, sappiamo a chi rivolgerci per ribaltare l'attacco e la minaccia.


ai veri “furbetti”!

Il nuovo collaborativo presidente del DSU Simone Consani testimonia di una verticalizzazione del comando politico sull'azienda. Consani sappiamo essere l'elemento di raccordo politico tra gli interessi dei poteri forti in città a guida Partito Democratico e il Diritto allo studio. Ne ha già dato prova durante gli scandali della compravendita tra comune e DSU dell'immobile di via dell'Occhio e recentemente nello sponsorizzare l'operazione speculativa, poi naufragata, riguardante il residence di Villa Madré, in cui il DSU sarebbe intervenuto per coprire le spese del salvataggio voluto dal comune della privata Condotte S.p.a.
Inoltre l'aumento dei premi di produttività (il fondo produttività ammonta a 80.320,00 euro) per i soli dirigenti voluto dall'ex direttore Vicini parla un linguaggio ben chiaro: i soldi ci sono e a prenderli non siamo certo noi! 
Con dirigenti che intascano 120mila euro l'anno vorrebbero farci pagare più tasse? Vorrebbero negarci le case alle quali abbiamo diritto? Vorrebbero ancora farci aspettare costringendoci a pagare affitti da rapina? No, ora vogliamo la parte che ci spetta e verremmo a pretenderla già domani, 2 ottobre, trovandoci davanti al D.S.U.

Ci prepariamo all'addio della Toscana terra felix del diritto allo studio, certo, ma qualche “furbetto” dovrà pur saltare. Non siamo più disposti a pagare per loro!



Collettivo Universitario Autonomo